Aeroporti: Pontecagnano-Albenga?

16 05 2008
Come dicevo alla fine del post sul mio viaggio in Campania, su un manifesto del Comune di Bellizzi si rendeva noto ai cittadini della prossima apertura dell’aeroporto di Salerno-Pontecagnano, confinante proprio con il comune di Bellizzi (uno dei manifesti era questo), e si richiedeva quindi uno sforzo della popolazione poichè erano stimati 250 mila arrivi annui nello scalo (spero di non sbagliarmi sul numero, ma mi era rimasto impresso in quantono nparticolarmente basso). Ovviamente la popolazione ha ben accolto la richiesta di sforzo e, cosa che ho trovato piacevole, molti sapevano di questo manifesto (a Savona non si sa nemmeno chi è il proprio vicino di casa ancora un po’…). Ovviamente sono rimasto stupito per il numero di passeggeri previsti, soprattutto dopo aver visto il fallimento dell’Aeroporto di Albenga, e mi son detto: magari hanno dei forti contratti commerciali da far concorrenza a Capodichino. La situazione mobilità in quelle zone è molto simile a quella ligure. Si può arrivare facilmente nel capoluogo, ma poi per spostarsi nelle aree periferiche si perdono delle giornate intere: quindi può essere utile un aeroporto fuori dal nodo napoletano (dove le isocrone sono talmente ravvicinate da sembrare un tutt’uno!).
Iniziata la ricerca trovo questo comunicato sul sito dell’Aeroporto di Salerno, dove si chiede alle compagnie interessate di farsi sentire, perchè ora l’aeroporto è terminato e pronto all’uso. Incredulo per il tipo di comunicazione continuo la ricerca, finchè non trovo questo articolo di pochi giorni fa su denaro.it, sul quale si riporta di un probabile accordo commerciale per colleggare Albenga a Pontecagnano, via Roma. Che SCOOP! mai avrei immaginato di poter parlare del Panero ancora. Ovviamente spero che l’accordo vada in porto, sia per la Liguria, che per la provincia di Salerno. Ma ne deduco quindi che la stima era basata sul nulla….




Da Paestum a Napoli: viaggio su una delle coste più belle d’Italia.

7 05 2008
Eccomi tornato dal viaggio in Campania, del quale parlavo nel post precedente. Matrimonio bellissimo: erano 9 anni che no ci trovavamo tutti i cugini contemporaneamente! Un’emozione indescrivibile.
Arrivati a Capodichino in perfetto orario (8.15) ci siamo immersi nel traffico metropolitano per andare a fare colazione, accompagnati da mio zio (Porticese doc). Dopo una breve incomprensione sulla differenza tra brioches (cheste da mia sorella) e cornetti (il barista non aveva brioches, ma solo cornetti… aspetto che qualcuno mi spieghi la differenza!) ed aver bevuto un ottimo caffè, abbiamo fatto un giro per il centro di Portici, dove tutti i giorni si può trovare un bel mercatino (sono direttamente i negozianti che espongono la merce al di fuori dei prorpi negozi), ma che l lunedì è un po’ vuoto. Magnifico incontro con un disoccupato che si offriva di lanciarti addosso del sale fino per scacciarti via il malocchio, e via si ricomincia a mangiare: pane rustico (detto anche Casatiello nella sua versione più completa) e sfogliatelle!
Finito il tour partiamo per Salerno, stando ben attenti agli innumerevoli autovelox lungo l’autostrada, oltretutto con vari restringimenti per lavori in corso (meglio ora che durante la stagione estiva!). Arrivati circa sopra Vietri sul Mare ci fermiamo in una delle tante minuscole (colpa dell’orografia) piazzole di sosta munite di tavoli e panche in ceramica lavorata (una delle produzioni locali di maggior interesse e valenza), da dove possiamo ammirare la costiera sottostante, il mare ed il porto di Salerno (comunque non una brutta vista!). Siamo arrivati a destinazione senza troppi problemi, abbiamo pranzato (bocconcini di bufala di Battipaglia.. SLURP!, con salumi vari) e abbiamo dedicato il pomeriggio alle ultime compere per il matrimonio e alle varie preparazioni. La sera siamo andati a Salerno ed ho avuto la conferma di quello che pensavo: il primo prodotto, il più importante, che fa di una città una meta turistica, è la popolazione residente. Lunedì notte, Salerno è una città viva, piena di giovani per le strade e nei bar, una città che ha voglia di e di farsi vivere.
Il giorno del matrimonio è filato via tranquillo: ritardo di mezz’ora della sposa per traffico (lei arrivava da Napoli e noi eravamo a Faiano, poco a sud di Salerno), mega lancio di riso (ho provato a fermare un po’ di gente dicendo che c’è in atto una crisi per la produzione di riso, ma non c’è stato nulla da fare.. le tradizioni non si cambiano) e partenza per Paestum, presso l’Hotel Ariston, un magnifico hotel con un numero considerevole di ale riunioni che si tasformano in sale ristorante, ognuna attrezzata di un pianorte a coda, un bel dehor con piscina dove prendere l’aperitivo, campi da calcetto e da tennis, centro benessere all’intero.. insomma un gran bell’hotel (non costato nemmeno tanto, ovviamente perchè il matrimonio era di martedì, cosa che ha portato ad un risparmio del 30% circa, alla faccia dello Yield Management).
Abbiamo iniziato il pranzo alle 16 e abbiamo terminato circa alle 21, nemmeno troppo a dire il vero. Una volta mandati a casa gli anziani siamo andati a fare un giro turistico ad Agropoli: Bellissima. Ero abituato a vederla d’estate, quando per muoverti per il centro cittadino devi scavare tra la folla, ma anche adesso che era vuota siamo saliti fino al castello nella zona vecchia, da dove si può ammirare il porto sottostante, e la bellezza è veramente indescrivibile.
Sulla strada del ritorno, purtroppo il primo avvistamento negativo. Mentre infatti Bellizzi, Pugliano e gli altri comuni dove eravamo passati erano non puliti, SPLENDENTI, lungo la statale da Paestum a Battipaglia ogni 500 metri c’era una piazzola con un bidone dell’immondizia (indifferenziato) attorno al quale si potevano ammirare numerosi sacchetti pieni di immondizia accatastati. Probabilmente si fosse trattato solo di un paio di bidoni non ci avrei fatto nemmeno caso, anche perchè non c’erano realmente così tanti sacchetti, si sarebbe potuto trattare anche solo di un mancato passaggio del camion. Ma di bidoni uno dopo l’altro io ne ho contati più di dieci, quindi…(foto). Ribadisco che comunque è l’unico neo della giornata e non basta a rovinare il ricordo di quei posti magnifici.

Il mattino seguente di buon’ora (comprenderete che eravamo stanchi del giorno prima, quindi alnche le 10.30 erano buon’ora!) siamo partiti per la Costiera Amalfitana, saltando però Vietri sul Mare (che, seppur bellissima, avevamo già visto dall’alto in autostrada) ci siamo fermati a Cetara, piccolo borgo marinaro, con dei bellissimi scorci (e un parcheggio sul mare MOLTO CARO, e pensavo di essere io il Ligure!). La sosta è stata breve e abbiamo proseguito il viaggio sotto un sole cocente, incrociando molte moto straniere (io avrei paura, vista la strada a picco sul mare!). La sosta successiva è stata in una piazzola di sosta dove si ammiravano delle picole calette sottostanti che ti facevano desiderare di tuffarti in acqua nonostante l’altezza (circa 30 metri). Tutta la strada costiera è piena di piazzole di sosta dove i turisti possono fermarsi per ammirare il paesaggio.

9costiera
Pur essendo l’idea valida si presentano alcuni problemi:

  1. venendo dalla parte opposta è molto pericoloso entrare nelle piazzole (non ci sono rettilinei!);
  2. le piazzole non sono attrezzate nè di tavoli o sedie (come invece erano quelle ben più piccole in autostrada), nè tantomeno di toilette con il risultato che si può immaginare (odore sgradevole, soprattutto con il caldo estivo);
  3. assenza di manutenzione delle aree di sosta, con presenza di capannoni arrugginiti per lo stoccaggio delle attrezzature per la manutenzione della strada (foto).
Dopo la piazzola ci siamo fermati a Maiori, un comune un po’ più grande degli altri, dove ci siamo rifocillati presso un alimentari (foto) nascosto all’interno del paese, ma con una grande varietà di prodotti tipici offerti (sott’oli, mozzarelle, insaccati, torte salate), che ti venivano preparati pronti per essere consumati. Qui ho visto un buon modo di fare commercio per il turismo: il proprietario ti elenca tutto quello che ha, osservandoti bene in viso per notare le tue espressioni e ti consiglia su cosa mangiare, dopo che hai scelto continua a chiederti se gradisci un pezzo della torta di grano della moglie, se la vuoi assaggiare.. insomma prova a vendere, ma sempre con il sorriso! Il conto non è stato particolarmente salato (5,40€ panini con caciottina fresca, crudo di Parma, melanzano e funghetti sott’olio), ma secondo i loro conterranei (i miei cugini) hanno calcato un po’ la mano per aver sentito l’accento.. sarà, secondo me li valeva tutti!
Bellissima a Maiori la spiaggia nera, oltre che il paesaggio circostante, ovviamente!

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Dopo Maiori si riparte per Amafi. L’ex Repubblica Marinara colpisce per la sua animosità e la bellezza dei suoi monumenti, tra i quali il duomo (ingresso €2,50)

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Fatta sosta, preso il caffè, comprati alcuni limoni (grossi quanto una palla da rugby), pagato il parcheggio (caro come in tutti i paesi della costiera) si riparte destinazione Positano.2costiera Dopo molte curve arriviamo, parcheggiamo nel primo parcheggio a pagamento (molto in alto) ed iniziamo la discesa al paese.

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Molto bello il vicolo pieno di negozi, soprattutto di prodotti a base di limoni e di prodotti di moda (Modamare a Positano).

Dopo l’estenuante salita per ritornare alla macchina siamo ripartiti alla vlta di Napoli: abbiamo saltato sorrento sia perchè oramai stava facendo buio, sia perchè avevamo appuntamento a Napoli con un nostro cugino. Essendo un prefestivo c’erano parecchie macchine in giro anche di notte, con evidente difficoltà a trovare parcheggio vicino a Castel dell’Ovo (ma ci sono abituato a passare il tempo cercando parcheggio, in Liguria è una cosa normale fare 4 o 5 volte lo stesso giro prima di riuscire a parcheggiare). Non che lo avessimo trovato regolare alla fine.. abbiamo parcheggiato in evidente divieto dietro una fila interminabile di macchine, pagando anche il parcheggiatore abusivo, con evidente sdegno del cugino napoletano (l’unico ad aver trovato parcheggio regolare su 4 macchine che eravamo): ovviamente sosteneva che è inutile voler combattere i comportamenti negativi delle persone se poi alla prima occasione siamo noi a commettere infrazioni. Sicuramente abbiamo favorito i parcheggiatori abusivi. MEA CULPA!

La pizza che abbiamo mangiato non era male, ma sicuramente a Napoli si può trovare di meglio, pagando sicuramente di meno (5 euro una margherita più il 12% di servizio, oltre al coperto!), ma ovviamente non in quella posizione (direttamente sul mare). Dopo la pizza passegiata attorno a Castel dell’Ovo, caffè e dolce in un grande bar sulla Via Marina strapieno di gente, aperto tutta la notte (il bello delle gradi città!), dopodichè ritorno a casa.

La mattina successiva purtroppo è stata quella che ha visto il rifarsi della valigia e la partenza per Napoli Capodichino, dove (con più di un’ora di ritardo) abbiamo preso l’aereo (Alitalia) per Torino. Il viaggio di ritorno è stato il primo dove non sull’aereo non c’era nemmemo una hostess, ma solo stewart: deprimente.. si sa che una bella donna tira sempre su il morale!

Arrivati a Torino c’era il furgoncino di ParkinGo che ci aspettava per riportarci alla macchina. Dunque abbiamo proceduto con le conclusioni del viaggio:

  • bellissimo il matrimonio soprattutto in un albergo così bello;
  • bellissima e suggestiva Agropoli, anche di notte;
  • incantevole la Costiera Amalfitana, anche se la strada non è propriamente attrezzata per il moto e auto turismo;
  • per niente sporca Napoli, forse perchè siamo rimasti in zone turistiche, ma non si sentiva assolutamente la situazione incresciosa di cui tutti i media parlano;
  • alcuni comuni dovrebbero imparare dai vicini (soprattutto in provincia di Salerno) su come si gestiscono i rifiuti: complimenti a Bellizzi per quello che ha fatto, e per come cerca di coinvolgere la popolazione nelle sue decisioni. Mi è sembrato, passeggiando per il comune e facendo qualche chiacchiera con i commercianti che ci fosse un elevato grado di partecipazione della popolazione alle decisioni pubbliche: primo fra tutti lo sviluppo che potrebbe derivare dal nuovo scalo aeroportuale di Pontecagnano (SA).

E su questo punto rimando al prossimo post.





4 giorni in Campania

26 04 2008

Lunedì parto per andare al matrimonio di una mia cugina (tra l’altro di sangue, cugina sia da parte materna che paterna). Volo Alitalia alle 6.30 da Torino Caselle desinazione Napoli Capodichino, dopodichè mi presteranno una macchina (penso quella di mio zio, una vecchia Clio, ma è ininfluente) e punterò verso Bellizzi, poco a sud di Salerno, prima di Battipaglia.
Non ho idea di dove si svolgerà il matrimonio, ma so che il pranzo sarà presso l’Hotel Ariston di Paestum (è il quarto matrimonio al quale partecipo a Paestum!). Comunque il primo giorno partenopeo lo passerò in parte in stato semicomatoso (troppo presto la sveglia!), in parte per la preparazione al matrimonio del giorno dopo. Il 30 aprile invece lo passeremo facendo da ciceroni al fidanzato di mia sorella che visita quei luoghi per la prima volta: partenza da Salerno, risaliremo la Costiera Amalfitana fino a Napoli, dove passeremo poi il resto della giornata e la serata. Proprio questa giornata è quella che attendo con maggior ansia: spero di poter mostrare una Campania diversa da quella che mostrano le TV, una Campania che lotta per essere all’altezza delle proprie attrattive: chi non ha il prodotto vende e chi ce l’ha se lo rovina. Per fortuna c’è qualcuno che lavora in modo innovativo, anche se con evidenti difficoltà. Spero di poter mostrare i primi frutti di questo lavoro.
Come fatto altre volte, documenterò questo viaggio, quindi arrivederci al mio ritorno…





Spazzatura e marketing

11 01 2008
Colgo il post di Roberta come spunto per una riflessione che già avevo fatto due anni addietro su un articolo pubblicato sul giornalino del Campus di Savona, scritto dopo un soggiorno, breve ma pur scioccante, a Salerno.
Il mio viaggio cadeva proprio nel dopo Bertolaso, quando la “normalità” non si era ancora ristabilita. Sono successivamente ritornato a Salerno, prioprio questa estate e ho notato delle differenze: la situazione sembrava migliorata, ma in verità era solo un temporaneo stato di quiescenza. Non c’erano le montagnole di rifiuti lungo la strada marittima, non c’eano questi grossi campi vicino al mare pieni di sacchi di immondizia o di frigoriferi distrutti, reti portamarterassi, tavoli e sedie di ferro. Ma questo solo lungo la litoranea. Circa due chilometri più nell’entroterra, prima ancora del lambire delle colline, ecco le discariche abusive. Non dobbiamo però pensare alla discarica abusiva come un posto dove arrivano camion di notte a scaricare rifiuti: è la popolazione residente nei pressi dell’area (magari non proprio quella nelle immediate adiacenze, ma poco più in là) che la sera all’imbrunire (circa le 21 in estate) esce di casa con il proprio sacchetto indifferenziato, attraversa la strada e lo getta, senza tante preoccupazioni di non farsi vedere, sulla collinetta che di giorno in giorno diventa più alta. E’ inutile poi cercare di non far riaprire una discarica “regolamentare” quando si creano, autonomamente, più discariche a cielo aperto. Non scendo nella critica sul fatto di spostare immondizia da una regione all’altra, non mi sembra qui la sede.
Della questione campana ne stanno parlando in tutta Europa (a dire il vero parlavano dell’Italia già prima, causa Sarkò-Bruni), e questo fa mailissimo ad un paese come il nostro che ha una fama di qualità dal punto vista dei prodotti agroalimentari. Quale sarà l’effetto di un accostamento mentale nel turista tra prodotti tipici tanto rinomati come mozzarella (già colpita dalla scandalo sugli ormoni alle bufale), pasta, pomodori in conserve, olio e altri? Come si può difendere il nostro brand MadeInItaly da attacchi esterni (come cioccolato di qualche anno fa o il problema pizza/forno a legna) o da cloni quando non riusciamo a difendere l’immagine di qualità che rappresentiamo oramai da anni?
Non è solo l’incoming turistico in Campania, certamente problema grave per una zona paesaggisticamente di valore elevato, che risentirà del problema rifiuti, ma l’immagine di gran parte dei nostri prodotti. Ed è proprio quest’immagine che, in una spirale continua, contribuisce ad aumentare le aspettative di un soggiorno in Italia, elevando il valore della nostra terra, ancora fertile per il movimento turistico, ma che mal riusciamo a far fruttare!